DIARIO DI BORDO – 10 maggio #beFilmaker in Palestina 2017


Questa mattina alzarsi è più difficile, la stanchezza inizia a farsi sentire. I ragazzi sono dei vulcani, hanno voglia di fare e hanno enormi capacità, stargli dietro non è facile, ma la voglia di essere all’altezza è molta, vogliamo che ogni minuto sia utile per loro e per noi. La sera abbiamo fatto tardi. Prima di metterci a letto sentiamo urla e vediamo riversarsi in strada una cinquantina di persone, non capiamo bene cosa stia succedendo. Potrebbero essere i militari che di notte provano ad arrestare qualche ragazzo. Poco dopo torna il silenzio, forse non ci sono riusciti, speriamo, o forse si, temiamo.

Proviamo a dormire ma i pensieri in testa sono molti, penso al mio primo corso di fotografia, alla mia prima volta qui, a come deve essere duro e ingiusto crescere e formarsi in questi posti, mentre combatti con continue difficoltà.

La sveglia suona, ci alziamo di corsa, oggi abbiamo di nuovo entrambe le classi.

La mattina finiamo la poca teoria rimasta e iniziamo a fare una prima prova. Le idee sono molto interessanti, il nostro studente più giovane vuole raccontare la vita dei contadini, sua madre, invece, la giornata con i figli dalla mattina alla sera.

A seguire un laboratorio di cucito e la vita dei bambini nel campo. Siamo curiosi di vedere come intendono svilupparle, ma prima facciamo una prova con la biblioteca del centro dove insegnamo.

Imparano velocemente, quando sbagliano si incazzano e si mortificano, hanno preso alla lettera la storia del capo che ordina un lavoro. Ci tengo a precisare che è solo una prova, che non sono un capo per davvero e penso sorridendo che a me capo non lo ha mai detto nessuno.

Il tempo corre, la lezione finisce, zaino in spalla e felafel in bocca corriamo dalla seconda classe.

Con loro abbiamo fatto una lezione in più, quindi dopo un veloce riepilogo delle storie usciamo e iniziamo a girare.

Gestire un gruppo non è facile, molti ragazzi che non seguono il corso si aggregano pensando di giocare, capiamo la voglia di divertirsi e stare insieme ma siamo qui per pochi giorni e vogliamo sfruttare tutto il tempo a disposizione, per questo siamo costretti a fare i ”maestri cattivi” e riportare un po’ di ordine. Lo capiscono subito per fortuna e si mettono sotto: Anaf prende i bambini del campo e li fa giocare a calcio, insistendo e riuscendo a intervistare uno di loro prima della partita. La luce è bellissima, in due ore riusciamo a portare a casa molto del lavoro necessario nonostante alcune cose siano da correggere.

Ci colpisce molto Fadi, che presentatosi come dottor clown, nonostante sia arrivato qualche lezione dopo ha le idee molto chiare. E’ lo zio di un bambino ucciso da un cecchino al campo poco tempo fa. Per raccontare questa storia sceglie di far parlare il suo giovane compagno di giochi, nel posto dove spesso si trovavano a giocare insieme.  Incredibile la sensibilità con cui affronta l’argomento, è dura restare lucidi, ma non possiamo permetterci di non farlo, ci insegna molto e con i denti stretti giriamo insieme molte immagini.

Il giro continua, ci fermiamo nell’anfiteatro dove oggi c’è un evento di solidarietà per i prigionieri in sciopero della fame: balli, canti e parole che ricordano la lotta di un popolo che da troppo tempo combatte per la propria indipendenza.

La giornata vola, loro ci ringraziano, ma siamo noi a dover ringraziare loro. Con gli occhi lucidi e tanti sorrisi finiamo anche questa giornata, correndo a sistemare la lezione del giorno dopo.